Il mio primo intervento d’opposizione in Consiglio Comunale

Pubblico qui di seguito il testo integrale del mio discorso di insediamento in Consiglio Comunale. E’ stato emozionante ritornare in consiglio, stavolta tra le fila dell’opposizione. Da un lato l’amarezza per non poter realizzare quello che avrei fatto se avessimo vinto. Dall’altro, la voglia di dare sfogo ai miei pensieri in libertà: una sensazione impagabile, alla quale non intendo sottrarmi mai. 

Cari colleghi,

mi ritrovo seduto da questa parte dopo essere stato 5 anni nei banchi opposti.  Rifarei tutto quanto,  sapendo com’è andata a finire?  Senza dubbio alcuno,  sì.

La situazione politica, nel paese e di conseguenza in tutta la filiera politica locale, è profondamente diversa da quella del 2011. Il maggior partito di governo ha, a mio modo di vedere, mutato la propria fisionomia da quando è salito al potere. E non si può distinguere la dimensione locale da quella nazionale: se ci si presenta con un simbolo ci si prendono tutte le responsabilità, oneri e onori, di quel partito. Esserne alleati è una scelta non da poco e non priva di conseguenze.

E’ sempre stata la ragione politica a determinare le mie scelte.

Personalmente mi sono sentito molto toccato quando ho letto le argomentazioni contro di noi, tese a screditare il gruppo del quale anche io faccio parte: siamo stati tacciati di avere interessi personali e di essere incompetenti.  Un accusa gravissima che, per chi ha nel cuore dei valori, risulta insopportabile. Ma chi l’ha pensata conosceva bene il principio: Dividi et impera, crea un nemico brutto e cattivo e magicamente motiverai tutta la tua squadra.

I nostri valori sono l’uguaglianza, la solidarietà, l’onestà, la giustizia, la trasparenza; valori che si tradurranno in una quotidiana azione politica di controllo e di partecipazione. Faremo in modo che tutto ciò che verrà deciso dalla Giunta e dal Consiglio sia sotto la luce del sole e sotto gli occhi della popolazione.

Io sono semplicemnte e profondamente convinto che oggi chi ha a cuore gli ideali e i valori propri di una sinistra progressista debba porsi come alternativa al partito democratico e non fare la sua stampella elettorale. E così ho fatto, senza guardare alle conseguenze personali ma rispettando i valori e gli ideali della legge morale che è dentro di me.

Mi sento parte attiva di una sinistra rinnovatrice,  che sa dire di “sì” ad un concetto profondo di partecipazione dei cittadini,  “sì” ad un mare senza trivelle,  ma che dice un insidacabile “no” alla politiche di Renzi che giudico lontane da me su tutte le questioni principali, dal Jobs Act alla pessima Buona Scuola, fino allo stravolgimento della Costituzione».

Le elezioni del 5 e 19 giugno ci consegnano un paese diviso, letteralmente spaccato a metà. Questo, per un sindaco uscente che si ripresenta, è un dato comunque negativo, al di là della manciata di voti in più. Arrivare sul filo di lana, 49 a 51 contro due sole liste civiche, potendo contare sulla collaborazione della presidente Serracchiani (accorsa 4 volte per sostenerlo), tralasciando tutto il resto, comprese le maggiori risorse a disposizione,  non può essere considerata una piena vittoria.

A salvarlo è stato non un giudizio politico favorevole al suo modo di amministrare, ma la sua stessa caparbietà: la telefonata in più, il suono di campanello in più, l’aver chiesto il voto a tutti, ma proprio a tutti, fino all’ultimo minuto disponibile. Un sindaco che si trova costretto a fare il porta a porta spinto fino all’ultimo giorno è un sindaco che è ben consapevole che il giudizio sul suo operato non è positivo come avrebbe dovuto essere.
Ma questo ormai è già il passato. Oggi si chiude un capitolo e, in quest’aula consigliare, se ne apre un altro.

Eppure c’è già tanta carne al fuoco.
Per gran parte della campagna elettorale il sindaco ha affermato ”Farò una giunta di 6”. Ha preso dei voti con quell’affermazione. Ha vinto le elezioni anche per merito di questa promessa. Non lo ha detto una volta sola, l’ha ripetuto molte volte, in televisione, ai giornali.  Ed eccoci qua, ad ascoltare argomentazioni contorte per giustificare che 7 è meglio di 6. Quando tutti in questa sala, anche chi siede dall’altra parte, sa qual è il vero motivo di questa scelta: che nessuno ha voluto rinunciare a nulla e che il sindaco non è stato capace di farsi valere nei confronti delle ambizioni personali di chi voleva a tutti i costi  un posto in giunta.
Altro che “per il bene comune”. San Vito cresce: cresce tutto,  cresce il numero degli assessori e sì,  cresce anche il naso di chi può annoverare già la prima bugia o il mancato rispetto di una promessa.
Un sindaco,  se è autorevole nei confronti della sua squadra,  decide la propria giunta senza paura. Sceglie i suoi assessori e poi chiede il voto alla propria maggioranza, punto.  Ci sono voluti invece 18 giorni di trattative e la resa finale, smentendo quanto detto solo pochi giorni prima.

Si è detto che sono sette ma costano meno. Non è vero neanche questo. Cresce ancora il naso. Sì, hanno un’indennità minore. Ma non ci si può fermare a questo, bisogna conoscere la ratio delle norme: il legislatore ha previsto un’indennità minore per i lavoratori dipendenti proprio perché potenzialmente hanno un costo maggiore dei liberi professionisti, in quanto hanno la possibilità di usufruire di 24 ore di permesso retribuito che il Comune deve pagare al loro datore di lavoro. Per partecipare alle giunte, alle riunioni, agli incontri istituzionali, ecc. Un diritto giusto, sia chiaro. Anzi, un assessore deve partecipare durante l’orario lavorativo alle riunioni, deve essere presente nel territorio. Altrimenti è un assessore di facciata, un assessore assente. Ma se lo fa, ed è un lavoratore dipendente, deve chiedere un permesso a datore di lavoro e questo ha un costo per l’ente.  Ecco perché è prevista questa differenza di emolumento, proprio per controbilanciare questo costo. Se non mi credete,  informatevi.  Non è giusto prendere in giro le persone con la favola del costo minore: per ora c’è solo un’arrampicata sugli specchi per giustificare l’ingiustificabile.
Il sindaco ha detto anche niente assessori esterni, lo ha detto in campagna elettorale prima del ballottaggio. Ed ecco che il naso cresce ancora. Faccio un sincero in bocca al lupo a chi di fatto prende il mio posto di assessore all’ambiente: spero davvero possa lavorare bene. Non sarà facile, perché un assessore esterno, una candidata che ha partecipato alla contesa elettorale  ottenendo soltanto 24 preferenze, è un assessore che parte molto debole, che per farsi valere nei confronti del sindaco dovrà scegliere se lottare davvero o adagiarsi alle sue scelte e fare semplicemente la sua portavoce. Le auguro davvero che riesca ad avere una linea politica propria e farla valere. Da parte mia, le porte sono aperte per il dialogo e la collaborazione.

Faremo opposizione, certo.

Il nostro ruolo non lo svolgeremo a chiacchiere, ma con gli strumenti che la legge italiana democratica, lo statuto comunale e i regolamenti ci affidano.
E’ un dato di fatto che con un’opposizione che lavora bene, anche la maggioranza lavora bene.
Concludo con un pensiero ai nuovi consiglieri di maggioranza.

Non siamo alleati, ma non siamo l’uno contro l’altro. E forse è questo il rapporto migliore che si possa coltivare: nessun “sì” a prescindere, nessun “no” precostituito.
Nessuna guerra.  Non vi corteggeremo per sottrarvi alla vostra coalizione sperando di mettere in difficoltà il sindaco. Vi chiedo però qualcos’altro.

Pretendete trasparenza e partecipazione: la vostra, alle decisioni che questa amministrazione prenderà. Per esperienza vi dico che non è così scontato. Se abbassate la guardia, se lasciate fare, in nome di una appartenenza ad un gruppo o a una coalizione, il vostro ruolo sarà ridotto ad una mera presenza.

Vi suggerisco una buona prassi: ogni tanto entrate nell’ufficio del sindaco e battete i pugni sul tavolo se non siete d’accordo su qualcosa o se vi avrà tenuto nascosto qualcosa. Tranquilli, sembra di sì, ma non morde.  Bisogna avere questo coraggio pur sapendo che anche se lo farete nessuno lo potrà sapere perché  vi diranno che  la maggioranza non deve mai dare pubblicamente segni di cedimento. Nessuno vi batterà le mani, quindi, ma dovrete lottare lo stesso e spesso a porte chiuse.

Questo è, forse,  l’unico potere che avete, e avete il dovere di usarlo. Altrimenti vi rimarranno solo le alzate di mano in questa sala per avvallare decisioni che altri avranno preso. Fate valere il vostro voto.  Lo potete fare, fatelo, tutte le volte che lo ritenete opportuno, per difendere i valori e gli ideali che sono convinto abbiate, e che forse, in fondo, sono gli stessi che ho anche io.

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Chi sono

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Consigliere comunale - lista civica "Cittadini per San Vito". Ex assessore all'ambiente, energia, innovazioni tecnologiche

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